
La prima volta che Nicola Guerrieri incontra il piccolo Tanino la guerra imperversa, gli Alleati sono sbarcati a Palermo e lui è sergente di un manipolo di uomini caduti prigionieri in campagne sconosciute.
La seconda volta, invece, la guerra è finita, gli anni sono passati veloci e quel bambino è diventato un ragazzo che riscuote in Nicola un indomabile istinto paterno.
Emigrante dal sud, sarto apprezzato nei salotti borghesi di Torino, stretto in un matrimonio infelice e in lotta con i fantasmi del passato, la vita di Nicola Guerrieri accompagna le trasformazioni politiche e sociali italiane del secondo Novecento e ne attraversa le turbolenze, disegnando un affresco storico e intimo al tempo stesso. È una vita di trasformazioni, di fughe e rincorse, di adattamenti e ostinate battaglie. È una vita di incontri fortuiti, di donne dalle decisioni forti e di un figlio ideale. O idealizzato.
Vincenzo Palatella racconta una storia generazionale con una scrittura precisa, che gravita intorno a personaggi memorabili, innesca vortici che ingurgitano vite e ideali, sogni e ombre. E ha la capacità di mostrare le pieghe di un tempo incerto, instabile nelle relazioni e negli affetti, estremo nelle scelte, vibrante di passioni. Un tempo, il secondo Novecento, che segna tutt’oggi le nostre vite.
È successo che un giorno mi sono detto: “e se provassi seriamente a scrivere un romanzo?”. Ho dato spazio a un vecchio sogno, mi ci sono scontrato, l’ho lasciato decantare, l’ho ripreso. L’ho portato a termine, in un modo o nell’altro.
Il risultato è Guerrieri, germogliato da una storia di famiglia di cui si sono persi i dettagli e diventata in corso d’opera qualcos’altro. Non so quanto somigli a quello che avevo in mente all’inizio: un romanzo è un viaggio per tanto per chi legge che per chi scrive.
Guerrieri è dedicato a mio nonno Vincenzo, a mio padre Angelo Gabriele e a Gaetano D.M.
Ringrazio la mia famiglia e gli amici, per l’incoraggiamento e per i feedback, a volte difficili. Grazie anche a Francesco Borrasso e a Giuseppe Avigliano che ci hanno creduto. Un ringraziamento particolare al mio editor Massimiliano Catoni, che mi ha insegnato come si fa.
Dove trovarlo
Cartaceo
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